È vellutato, leggero, lussuoso. Anche ecologico. Guardandolo e toccandolo si stenta a credere che sia fatto di carta. Eppure GoDai Washi Fabric, il tessuto italiano di ultima generazione al suo debutto all’ Istituto Italiano di Cultura di Tokyo unisce seta, lana, cachemire, cotone o lino con l’ 80% di carta. Una carta speciale, però, quella giapponese chiamata appunto washi (“wa” significa Giappone e “shi” carta) e comunemente conosciuta con il nome di “carta di riso”, anche se poi di riso fatta non è. «Si può ottenere la carta washi da varie piante, come canapa, gelso, o dalla lavorazione della radice di una pianta di ibisco, la tororoaoi» spiega Micaela Metri amministratore di Godai Group, la società italiana di design di interni creata insieme a Elisabetta Villa e che ha lavorato alla scoperta di questo tessuto.

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